Professione Docente, il nuovo numero di maggio 2021

MEGLIO TACERE, SE NON SI CONOSCE BENE LA MATERIA DA TRATTARE lunedì 26 aprile 2021
di Renza Bertuzzi
Permane il Covid 19 e permarrà ancora lungo, temiamo. Situazione brutta certamente, ma resa ancora più pesante dal concerto in cui siamo tutti immersi: il disagio profondo di non capire appieno la situazione e il sospetto insidioso di non poter contare sulla competenza e serietà di chi si sta occupando di questo dramma. Abbiamo tutti, crediamo, il timore che parole, giudizi, decisioni spesso non derivino da una conoscenza dei problemi o anche che servano da abito buono per occultare realtà pericolose. Una sensazione inquietante che rende le nostre giornate penose.

Rino Di Meglio, nel suo Punto a pag.3, Epidemia, tragedia e stranezze, su questo si interroga. Perché convocare i sindacati a discutere di norme igienico sanitarie, materie su cui non possono essere preparati e non convocarli invece sulle questioni contrattuali, ambito di cui sono esperti? Eppure, i docenti sanno che è meglio tacere, se non si conosce bene la materia da trattare, indicazione ormai ignorata, nella confusione vociante delle tante diverse lingue e orribili favelle. Tutti parlano, tutti sanno, tutti pontificano mentre nulla sembra migliorare. Lo rileva anche Alberto Dainese, a pag. 20, La neo-lingua degli scienziati: tra anglicismi e trascuratezze, che dimostra l’incuria delle parole usate dagli scienziati, calchi sbagliati ecc…. Come può un pensiero dirsi corretto se le parole non sono tali? Sempre a proposito di parole, Fabrizio Tonello, Resilienza, per non affrontare le cause strutturali dei disastri, pag.21, sostiene, con cognizione di causa, che l’invito alla “resilienza” sia un mezzo per non occuparsi seriamente delle cause strutturali dei disastri ambientali e sociali.

Difficile anche ragionare sulle decisioni prese, che mutano con la rapidità di un colpo d’ala di farfalla, come il dilemma che si trascina estenuante- e da un anno- sulla riapertura o meno delle scuole. Non vi sono elementi probanti sull’aumento della diffusione del virus con le scuole aperte, ma vi sono ricerche che conducono a conclusioni opposte, pur in mancanza di dati conoscitivi certi del contagio scolastico, qui in Italia.

Quindi, difficile, se non impossibile, seguire i tormenti delle scelte politiche su questo dilemma, mutanti repentinamente e allora ci siamo interrogati : sulla logica concreta di certe decisioni come Francesco Pallante che da costituzionalista, a pag. 4, si chiede Vaccinare i docenti e chiudere la scuola è una scelta costituzionalmente ragionevole?; sulla salubrità o meno della maggior parte di quelle scuole che si vorrebbero aperte, riportando le conclusioni del rapporto di Legambiente, Di cosa parliamo quando parliamo di scuole ( aperte o chiuse), Ester Trevisan, pag. 6 e ragionando sul problema Edilizia scolastica, Fabrizio Reberschegg, pag. 6; sui rischi del web al tempo del coronavirus, con l’intervista di Ester Trevisan alla psicologa Michela Gallina, Cyberbullismo, tecnologia e social ai tempi del coronavirus, pag. 8 ; sulle soluzioni intelligenti, La vita virtuale. Istruzioni per un buon uso, di Roberto Casati, pag.10; sulla risoluzione nel Regno Unito, La scelta di Johnson: vaccino per insegnanti, studenti fragili e personale scolastico, Marco Morini, pag.11.

Meno complicato ma più sconfortante cercare di capire se la prospettiva del nuovo ministro della Pubblica istruzione, Patrizio Bianchi, porti qualcosa di nuovo. La risposta è stata un diniego, emersa dalle dimostrazioni di Gianluigi Dotti, nella recensione al saggio del ministro, Molta fiducia negli studi econometrici, poca giustizia per la scuola reale, pag. 12 e nell’articolo, Diritto al successo formativo o diritto all’istruzione, pag.14; e di Giovanni Carosotti, Esame di Stato: continua la disgregazione delle discipline, pag.15.

Ancora la Storia, di cui la Gilda e questo giornale si sono sempre occupati, con un’intervista a Adriano Prosperi, La cancellazione del tempo della storia: una malattia che corrode la coscienza civile, pag. 17, in occasione dell’uscita di un suo nuovo, piccolo ma potente saggio, Un tempo senza storia. La distruzione del passato, Einaudi, con la recensione, Se la speranza muore al posto della storia si cerca l’illusione, Renza Bertuzzi, pag. 16. A conferma di quanto lo sguardo sul passato sia fondamentale, anche il libro di Francesco Pallante, Elogio delle tasse, dalla parte della democrazia sostanziale, recensito da Fabrizio Reberschegg, a pag.24.

Non si ferma l’attenzione a Dante nella ricorrenza dei 700 anni dalla sua morte con l’informazione di una iniziativa insolita della Dante Alighieri Far viaggiare Dante nel mondo. Una piattaforma globale per la lingua e la cultura italiane. pag. 23, Massimo Quintiliani e un’esperienza culturale a Lanusei ( Nuoro) in cui le allieve di un Cpia di diverse nazionalità hanno portato Dante, oltre confine. A riveder le stelle, Ester Trevisan, pag. 19.

La proposta della Gilda per risolvere il problema del precariato, Antonio Antonazzo, pag. 17, Whatever it Takes e il Cambio di rotta della valutazione nella scuola primaria, di Viviana Iannelli e Paola Vigorito, pag.22, chiudono questo numero.
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